Il ranking mondiale premia l’impegno del campione friulano anche senza medaglie

Michele Pittacolo è rientrato in Friuli dopo i Mondiali e gli Europei di paraciclismo, manifestazioni internazionali che si sono svolte, una dopo l’altra, a Glasgow in Scozia e a Rotterdam in Olanda.
Il portacolori della Pitta Bike non è riuscito a cogliere quella medaglia o quei risultati che aveva auspicato alla vigilia dei due eventi. Il classe 1970 friulano, che compirà 53 anni ai primi di settembre, ha concluso sia le prove iridate su pista e su strada, sia le prove continentali su strada con piazzamenti lusinghieri, ma meno prestigiosi di quelli sperati.
Ciò nonostante, Michele Pittacolo archivia il mese di agosto in termini positivi, anche perché la sua posizione nel ranking mondiale è ora terzo, con 292 punti, dietro al francese Le Rousseau e all’irlandese Grimes.
Ai Mondiali su pista – spiega Pittacolo, che è Brand Ambassador della Regione Friuli Venezia GIulia, nella gara di inseguimento individuale ho fatto il mio record personale, abbassando di 12″ il mio tempo del 2022. Il Commissario Tecnico Silvano Perusini aveva programmato una tabella per tenere il tempo di 4’50”. Sono riuscito a scendere a 4’49″532: con questo crono, l’anno scorso sarei arrivato sesto. Quest’anno ho chiuso al 13° posto, dato che fa capire bene quanto alto fosse il livello al velodromo scozzese. Il fatto di essere migliorato così tanto, comunque, è motivo di soddisfazione, al di là del piazzamento finale: significa che resto competitivo, nonostante l’età e con tanti avversari sempre più giovani. Poi, nello scratch ho chiuso al settimo posto e sono stato sfortunato perché se è vero che i primi due Atkinson e Westenberg hanno fatto gara a parte, prendendo un giro di vantaggio, io ero subito dietro e potevo giocarmi il terzo gradino del podio, ma la gara è stata interrotta e, nel finale, i giovani erano tutti più freschi“.
Su strada – prosegue MIchele – ho chiuso settimo ai Mondiali, dove a cronometro sono andato onestamente piano e, d’altronde, non è la mia specialità. Agli Europei ho fatto ottavo a crono e sesto su strada, in una corsa nella quale sono caduto all’ultima curva, a 1 chilometro e mezzo dall’arrivo, quando ero comunque in lotta per il quinto posto. Sono consapevole che il grande risultato non sia arrivato e che speravo andasse molto meglio, però è giusto sottolineare che sono sempre nei primi dieci e sono salito al terzo posto del ranking UC!. Il mio massimo era nel 2018, quando fui secondo dopo la vittoria nel Mondiale di Maniago. Il fatto che resto lì, contro avversari che hanno metà dei miei anni e che potrebbero essere miei nipoti è un dettaglio importante, che è bene evidenziare“.
Ci tengo a sottolineare – conclude il Pitta – che ho corso con il mio caso Limar, con il logo della Regione Friuli Venezia Giulia ben impresso: sono orgoglioso di aver portato ai Mondiali e agli Europei il nome della mia Terra. E partecipare ai Mondiali su pista insieme ai normodotati mi ha regalato una enorme soddisfazione: condividere l’albergo con Ganna, MiIan e Viviani è stato fantastico, così come la sensibilità e lo spazio che mi ha dato la RAI, con immagini e tante interviste mi ha permesso di mettermi in evidenza. Un’esperienza in ogni caso molto positiva“.